Abstract
Questo articolo esplora la dimensione collettiva e transgenerazionale del trauma, ampliando l’orizzonte oltre il vissuto individuale per indagare le tracce invisibili che eventi traumatici lasciano nelle generazioni successive. Attraverso un’analisi dei lavori di Abraham e Torok, Schützenberger e Atlas, l’articolo esamina i meccanismi di trasmissione inconscia del trauma, come i non detti, l’eredità emotiva, le dinamiche familiari e sociali, che trasformano il trauma in memoria biologica, psichica, condivisa e narrativa. L'articolo pone particolare attenzione sulla trasmissione del trauma in contesti familiari e collettivi, evidenziando l'impatto dei grandi eventi storici sulla memoria culturale e identitaria. Infine, vengono approfondite le implicazioni etiche e cliniche, suggerendo la necessità di un approccio multidisciplinare per trasformare le ferite del passato in opportunità di integrazione e significato per le generazioni future.
